SONO UNA MAESTRA IN PENSIONE. AMO LA COMPAGNIA, LA MUSICA, MI PIACE SUONARE, VIAGGIARE, COMUNICARE INTERESSI, SENTIMENTI, VOGLIA DI VIVERE. MI PIACCIONO LE PERSONE CHE NON SONO AVARE IN QUESTO SCAMBIO.

domenica 27 gennaio 2013

BRUNDIBAR

Il suonatore di organetto


E' questo il tredicesimo anno che il 27 Gennaio si 

celebra  ufficialmente a livello internazionale la



Con questi post (qui qui qui) la giornata della 

memoria del 2012 .Quest'anno voglio ricordare 

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BRUNDIBAR

 Un'operetta di Hans Krasa un musicista nato a Praga e deportato a Terezin


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 Ho letto di questa operetta alcuni anni fa durante 

un'attività di  ricerca sul campo di Terezin e sul 

significato della musica nei lagher. Da allora ho 

acquisito tante informazione, ho acquistato vari  

materiali (libri, cd, dvd)  e seguo le informazioni 









sulle rappresentazioni che di anno in anno  

vengono allestite in varie parti d'Italia


Giornata della memoria 2009

24 gennaio 2009 ore 15,30

 Una favola per sopravvivere: “Brundibar” di Hans Krasa  

Auditorium “Verdi” Milano,
 
Auditorium  Verdi  Milano

con il coro dei Pueri Cantores di Vicenza e

l’ orchestra “Verdi” di Milano 

Direttore: Roberto Fioretto

Io c'ero

 Grande è stata l'emozione in un teatro pieno di 

adulti e  ragazzi  che in assoluto silenzio hanno 

assistito allo spettacolo e sono sicura  che in tanti  

abbiamo trattenuto le lacrime e le abbiamo 

asciugate quando  scendevano a profusione. 

  Le luci si spengono in platea. Gli interpreti alla 

luce di una candela con una stella gialla sul petto e

 intonando una melodia ebraica fanno il loro 

ingresso. L'emozione cresce con lo svolgersi della

 rappresentazione. All'esplosione finale di un 

canto liberatorio e vittorioso, un nodo  alla gola 

ha unito tutto il pubblico in un'emozione 

profonda che è esplosa alla fine con scroscianti 

applausi.



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Cecoslovacchia, 23 settembre 1943, nella cittadina di  

Theresienstadt

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 "si mette in scena l’operina per bambini 

“Brundibar” di Hans  Krasa. I piccoli artisti e 

l’orchestra sono eccellenti, la sala è


gremita, il pubblico applaude entusiasta, ma…. 

tutto ciò si svolge in un campo di  

concentramento; il pubblico, gli artisti, lo

stesso Krasa, sono prigionieri ebrei, deportati da 

Cecoslovacchia, Austria, Germania, Danimarca.

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Brundibar venne eseguita la prima volta il 23 Settembre del 1943 e 
 replicata per ben 55 volte a Terezin. Le autorità naziste del campo la  usarono per fare promozione di Terezin che volevano presentare 
 come Ghetto modello dove si viveva con dignità.
(Guarda il video)
   E' un'operetta divisa in 2 atti e 16 scene. Parla di due bambini 
 Pepicek e Aninka orfani di padre, bisognosi di latte per la madre

 malata.  Decidono di esibirsi in canti e danze per guadagnare del denaro. La piazza però è dominio di Brundibar, un suonatore di organetto che scaccia i fratellini. In loro aiuto arrivano tre animali:


 un passerotto, un cane, un gatto che coinvolgono i bambini di una scuola e con il loro canto sconfiggono il malvagio Brundibar.

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Anche quest'anno Brundibar è stata allestita in 
 molti teatri: 

a Genova 

BRUNDIBAR MUSIC FOR MEMORY  

(Vedi QUI QUI )


Per non dimenticare

Ed anche quest'anno Brundibar diventa per i ragazzi una testimonianza delle sofferenze che l'infanzia stava subendo a Terezin e vuole lanciare nel mondo il messaggio che è possibile con l'amicizia e la solidarietà sconfiggere il male

" Dimenticare è impossibile, conoscere è necessario "

Primo Levi


"Terezin quindi come esempio per il Nostro Futuro !
Brundibar per conoscere la storia ma come monito per il nostro presente talora sordo e cieco !
La Maschera del Male che viene sconfitta dalla Maschera del Bene. La Maschera e la rappresentazione come luoghi privilegiati per raccontare la distruzione, la condanna del potere crudele.
La Maschera come atto rivoluzionario, come ribaltamento.
La Maschera decreta la fine del Male.
La Maschera agisce attraverso il teatro con libertà .
Attraverso Brundibar ridiamo del Male lo sbeffeggiamo nell’attesa che esso definitivamente crolli."
                                                          Alessio Pizzech














 

sabato 19 gennaio 2013

Cose e ricordi

LA GUANTIERA


"S’alzò allora un frastono confuso di congratulazioni e 

d’acclamazioni. Vennero subito gran guantiere colme di dolci, che 

furon presentati, prima alla sposina, e dopo ai parenti…".

(dai Promessi Sposi capitolo X avviamento di Gertrude alla vita 

sacerdotale)



La parola guantiera mi riporta agli anni ’60 e mi 

fa pensare a momenti di vita gioiosa vissuti nel 

mio paese della Calabria

Ricordo perfettamente una bellissima guantiera 

di porcellana, decorata a mano e fornita di 

ringhiera   che mia nonna consevava in una 

vetrinetta insieme a tutte le porcellane, al 

vasellame ed ad altri ninnoli di  valore. 

Eccola!
Ricordo  l’utilizzo  che facevano gli

 adulti della guantiera ma ricordo anche, 

quando e perché la usavamo noi bambini.

Mia madre la usava in occasione di visite da

parte di parenti o amici.

La guantiera  si copriva con i più bei centrini, 

ricamati ed adornati di pizzi, su cui si ponevano 

“ bicchierini ” per vermouth o liquori o dolci 

fatti in casa  tra i quali, preparate per i 

matrimoni, le “cannestrelle”

Le  " cannestrelle "

Nei matrimoni che  si festeggiavano in casa,

 enormi  guantiere “ imbandite “ di dolci tipici, 

panini, taralli,  confetti e biscotti vari facevano

 bella mostra sui mobili.  

 Anche in occasione 

delle festività natalizie e pasquali le guantiere

Giurgiulena (dolce natalizio calabrese)

Pane pasquale
ricche di dolci rigorosamente fatti in casa erano 

utilizzate per portare  doni alle persone del 

vicinato o parenti o amici in lutto. 
 
Noi bambini usavamo le guantiere ( pezzi di 

cartone o comunque guantiere-giocattolo) durante 

le feste per il battesimo delle bambole  o quando 

le nostre mamme o i parenti ci chiedevano di 

portare i dolci alle persone che non erano venute 

al matrimonio o in occasione di un battesimo.
.
Noi piccoli ci sentivamo importanti nell'assolvere  

a questo compito.  Dopo aver consegnato la 

guantiera, la signora la svuotava, 

riponeva all’interno il centrino ben piegato, ci 

ringraziava  e ci faceva il “ complimento ” che 

consisteva in una regalia di soldi o di dolciumi. 

Se questo non avveniva tornavamo a casa 

mormorando per il mancato bottino e con la 

promessa che non saremmo più andati da quella

" tirchia."
 
Le guantiere erano importanti vassoi di porcellana


alcune circondate da ringhiere di metallo 



cesellate a mano. Nelle famiglie più facoltose

 erano di argento o di ottone con manici in 


madreperla, finemente decorate. Le più comuni 

erano di acciaio. 

Oggi il termine guantiera è desueto, è 


stato sostituito dal  termine vassoio. Mi è piaciuta 

l'idea lanciata dalla Società  Dante Alighieri  

Adotta una Parola e  l'ho adottata


Rivedo questo oggetto autentico della nonna 

dopo più di 40 anni. Lo custodisce una mia 

cugina insieme ad altri oggetti




 Quando l'ho rivisto nelle foto  un film di 

immagini è passato davanti ai miei occhi. 

Mi sono un po' intristita ma dico grazie alla vita 

che mi ha concesso di vivere un' infanzia felice, 

ricca di affetti e di esperienze che hanno fatto 

di me una persona che ha vissuto con

 serenità e ben disposta verso la vita
  
 anche nei momenti di avversità.